Cos’è la meditazione?
Quanto dura? A cosa può servire?

Queste sono alcune delle domande che mi vengono poste più spesso.

Per mia esperienza personale, posso dire di aver letto un’infinità di definizioni sulla meditazione e molte di loro sono risultate emozionanti, affascinanti, accattivanti. Mi hanno insegnato che la meditazione:

 

È mettere la mente in disparte;
è mettersi in ascolto
è la coscienza che guarda la sua creazione;
è stare nel qui e ora;
è una preghiera;

Una ricerca.

 

Sono d’accordo con tutte queste definizioni al tal punto da pensare che sia molto difficile dare un’unica descrizione, quindi un confine, a questa parola. Allo stesso modo sono convinta che sia impossibile determinarne un tempo, un giorno, un’ora, un obiettivo unico e irreversibile. Si può meditare sempre. Io, anche quando pratico un’attività fisica come il Pilates o lo yoga, sento di meditare, poiché sono pienamente connessa con il mio corpo e mi riunisco a quella parte di me che spesso dimentico. Quella parte che è solita venire meno perché mi sento impegnata a “risolvere i problemi quotidiani.”

 

Per me meditare significa essere presente in ogni atteggiamento, in ogni gesto.

Un giorno una persona mi chiese come facessi a sentire il mio corpo.

La mia risposta fu: “io do attenzione a cosa faccio mentre vivo”.

La meditazione è questo: è attenzione sempre più in profondità, è non accontentarsi di risposte ma essere sempre alla ricerca di domande.

 

Le prime volte non è facile. Per iniziare ad allenare la mia attenzione ho cominciato a praticare un esercizio che chiamo “le 4 respirazioni” sostituendo la parola “meditazione” con “esercizio delle 4 respirazioni”. Ovviamente non intendo sminuire una pratica così importante ma mi piace provare a giocare con le parole e con le tecniche. Chissà che magari può servire per aprire una finestra immediata e semplice.

 

Quindi ecco qui:

Le 4 respirazioni

Ti invito a fare questo esercizio quando i pensieri iniziano a girare in testa troppo velocemente o quando uno in particolare ti assilla e diventa parte di te.
Mettiti in una posizione comoda, sdraiato ma anche seduto, dove puoi dedicarti del tempo e non essere disturbato.

 

Respirazione Aria, inala lentamente, con precisione, dal naso e porta attenzione al flusso di aria leggera, fresca in entrata; immagina l’aria come un vento liberatorio che entra nel cranio e assorbe i pensieri nella testa, come quando in una camera piena di aria viziata entra aria fresca: come di incanto la pesantezza sparisce. Il pensiero viene letteralmente spazzato via con l’espirazione dalla bocca, come se buttasse fuori finalmente qualcosa che non serve, un fumo che annebbia la mente.

Esegui 5 lunghi atti respiratori finché senti il cranio più leggero, più aperto, più libero.

 

Senza fermarti continua con la respirazione del cuore:

Inspira forzando l’espansione del torace per riempire meglio la parte superiore dei polmoni.

Una volta raggiunta la massima espansione, rimani per qualche secondo in apnea, in modo da ascoltare prima il battito del tuo cuore e poi la sua energia fuori dal tuo corpo. Poi, espira con rispetto e accoglienza. L’obiettivo è di ampliare la gabbia toracica per “liberare” la voce del cuore e, qualsiasi intuizioni ti porti quell’energia, probabilmente è una strada che può valere la pena seguire. Esegui 5 intense respirazioni e nel frattempo conferma il tuo intento di voler metterti in contatto con quella zona del corpo e seguirne la voce.

 

Scendi e mettiti in contatto con la tua pancia, con la respirazione dell’acqua.

Inspira con la pancia in modo da renderla rotonda e riempi la parte inferiore dei polmoni.
Rimani per qualche secondo in apnea e crea un’onda, risucchiando la pancia in dentro e poi spingendola in fuori un paio di volte per poi rilasciare l’addome ed espirare.

Con questa respirazione agiti le acque della tua pancia. Potrai avvertire qualche piccolo dolore o tensione perché la pancia è una parte molto sensibile del nostro corpo.

L’attenzione a questo movimento provoca in me sempre un’emozione nuova, una piccola sfida per diventare sempre più attenta al mio secondo cervello che mi dà le indicazioni precise per seguire la via del cuore. Fai 5 respirazioni piene e sempre più elastiche con la massima attenzione per permettere il movimento della pancia per poi rilassarla in profondità.

 

La quarta respirazione è il respiro della terra.

Si tratta di un profondo respiro ai confini del corpo, liberatorio che ti aiuta a sperimentare il corpo nella sua unità. È un respiro di buon augurio, di totale abbandono e concessione al sentito del nostro corpo. È un movimento respiratorio pieno. Qui non c’è separazione ma ci sono concretezza e volontà di fare un’azione, assecondando la tua pace interiore.

 

Questa è la mia meditazione di 20 respiri che dura 5 minuti.

Libero la mente
Sento la voce del mio cuore
Seguo le indicazioni delle mie emozioni
Vado e agisco nel mondo.

Buona meditazione,
Cristiana